Slide 15 Slide 2 Foto di Filippo Maria Gianfelice

Figlia del suo Figlio 1 gennaio: Solennità di Maria Santissima, Madre di Dio

Numeri 6,22-27; Galati 4,4-7; Luca 2,16-21
Il brano evangelico ricorda la base reale e storica su cui si fonda il titolo di Madre di Dio: «Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre». Ma è Paolo che, nella seconda lettura, ci da la vera dimensione del mistero: «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli».
Madre di Dio fu all’origine un titolo che riguardava più Gesù che la Madonna. Di lui, ci attesta che è vero uomo: «Perché diciamo che Cristo è uomo, se non perché è nato da Maria che è una creatura umana?» (Tertulliano). Ci attesta, in secondo luogo, che è vero Dio. Solo se Gesù è visto come Dio, è pos¬sibile chiamare Maria «Madre di Dio».
Infine, di Gesù, attesta che egli è Dio e uomo in una sola persona. Se in Gesù umanità e divinità fossero state unite di un’unione solo morale e non personale (così pensavano gli eretici contro i quali venne definito il titolo «Madre di Dio», Theotokos, nel concilio di Efeso del 431), ella non potrebbe essere detta più Madre di «Dio», ma solo Madre di «Gesù» o di «Cristo».
Scegliendo questa via materna, per manifestarsi a noi, Dio ha rivelato, nello stesso tempo, la dignità della donna. Se san Paolo avesse detto: «nato da Ma¬ria», si sarebbe trattato solo di un dettaglio biografico; dicendo «nato da donna», ha dato alla sua affermazione una por¬tata universale e immensa. È la donna stessa, ogni donna, che è stata elevata, in Maria, a tale incredibile altezza. Maria è qui la donna. Si parla tanto oggi della promozione della donna, che è uno dei segni dei tempi più belli e incoraggianti. Ma Dio ci ha preceduti di molto; ha confe¬rito alla donna un onore tale da farci ammutolire tutti.
Il titolo Madre di Dio ci parla, infine, naturalmente di Maria. Ma¬ria è l’unica, nell’universo, a poter dire, rivolta a Gesù, ciò che dice a lui il Padre celeste: «Tu sei mio figlio; io ti ho generato!». Sant’Ignazio d’Antiochia dice, con tutta semplicità, che Gesù è «da Dio e da Maria». Quasi come noi diciamo di un uomo che è figlio del tale e della tale. Dante Alighieri ha racchiuso il duplice paradosso di Maria in un solo verso: «Vergine Madre, figlia del tuo Figlio!».
Si rimprovera talvolta ai cattolici di esagerare nell’onore e nell’importanza at¬tribuiti a Maria e a volte bisogna riconoscere che il rimprovero non era senza fondamento, almeno per il modo con cui ciò avveniva. Ma Dio si è portato tal¬mente avanti nell’onorare Maria facendola Madre di Dio, che nessuno può dire di più, «anche se avesse» diceva lo stesso Lutero «tante lingue quante sono i fili d’erba sulla terra».
Il titolo di Madre di Dio è anche oggi il punto d’incontro e la base comune a tutti i cristiani, da cui ripartire per ritrovare l’intesa intorno al posto di Maria nella fede. Esso è l’unico titolo ecumenico, non solo di diritto, perché definito in un concilio ecumenico, ma anche di fatto, in quanto riconosciuto da tutte le maggiori Chiese cristiane.
La più antica preghiera mariana, il Sub tuum praesidium, dice la fiducia e la consolazione che il popolo cristiano ha sempre tratto dal titolo Madre di Dio, dato alla Vergine: «Sotto il tuo patrocinio ci rifugiamo, Santa Madre di Dio; non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci sempre da tutti i pericoli, o Vergine gloriosa e be¬nedetta».